Cristina Previdi è una delle due figlie dell’indimenticato Nardino Previdi, grande dirigente sportivo in memoria del quale è organizzato ogni anno, a partire dal 2010, il torneo di calcio giovanile internazionale “Memorial Previdi”. In questi giorni Cristina, assieme alla sorella Roberta, è impegnata a capo dello staff che sta definendo i dettagli dell’ormai imminente decima edizione della manifestazione sportiva, in programma dal 29 agosto all’1 settembre. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei.
Cristina, se guardi indietro alle passate nove edizioni del Memorial cosa pensi?
Per noi è un traguardo molto importante perché quando abbiamo iniziato il torneo l’abbiamo fatto per onorare la memoria di nostro padre Nardino immediatamente dopo la scomparsa. La nostra sfida era quella di riuscire a portare avanti il torneo nel tempo quanto più a lungo possibile; dunque arrivare alla decima edizione, pur con tanti sforzi e sacrifici da parte della famiglia e di chi ci ha aiutato come sponsor, è motivo di grossa soddisfazione e un grande traguardo. Speriamo di non fermarci qui e di arrivare al ventennale.
Come è venuto alla luce il progetto sportivo?
Il torneo è nato perché il nostro papà aveva sempre, sebbene in maniera diciamo “latente” e non espressamente dichiarato, manifestato il desiderio relativo all’organizzazione di un torneo giovanile quando lui non ci fosse più stato. Perciò appunto subito dopo la sua scomparsa la prima azione che ci è venuta in mente è stata quella di organizzare una manifestazione di questo stampa e dedicarla a lui.
E’ stato complicato?
All’inizio non particolarmente perché, soprattutto nella prima edizione, abbiamo avuto adesioni importanti da parte di chi voleva collaborare alla realizzazione della kermesse. Poi in realtà nel corso degli anni qualcuno si è perso per strada perché non è così semplice garantire sempre gli sforzi e perché dal punto di vista economico tutto si svolge sulla base del volontariato. Le risorse arrivano da amici e da sponsor che vogliono continuare a onorare la memoria del papà dandoci una mano. Insomma tutto questo per dire che non è scontato continuare ogni anno. L’organizzazione e la logistica, che durano appunto dodici mesi, è faticosa ma ne siamo comunque lieti.
Ci racconti un momento particolare di questi dieci anni?
In realtà i momenti significativi sono stati tanti e tutte le edizioni hanno regalato esperienze positive e aspetti interessanti. Se devo isolare un momento particolare, penso all’edizione di tre anni fa quando dal punto di vista organizzativo la nostra famiglia è completare a svolgere l’intero lavoro senza aiuti esterni.
Cosa ti aspetti per la nuova edizione?
Mi auguro una presenza maggiore da parte del pubblico: è la decima edizione e sarebbe bello se una cornice di spettatori importante consentisse di onorare ancora di più la figura di nostro padre per quello che è stato e per ciò che ha dedicato al mondo del calcio.
In generale il Memorial Previdi che riscontro ottiene?
Sicuramente dal punto di vista delle istituzioni, mentre da parte del pubblico – come dicevo poc’anzi – continuo ad attendermi qualcosa di più e spero appunto che a partire da questa edizione gli spettatori aumentino, per quanto non siano mancati i “pienoni” in occasione delle partite delle grandi squadre. Come quando arrivò il Milan allenato da Filippo Inzaghi: ci fu un vero e proprio boom di pubblico. E un’altra grande soddisfazione è rappresentata dall’apprezzamento verso il Memorial da parte degli addetti ai lavori.
Nella foto Cristina Previdi durante le premiazioni della prima edizione del Memorial Previdi