Mercoledì 25 novembre 2020, una data che passerà alla storia. Nella giornata di ieri si è spento all’età di 60 anni Diego Armando Maradona, a detta di molti, il giocatore più forte di tutti in tempi insieme al suo strico rivale Edson Arantes do Nascimento, Pelè.
El Pibe de Oro, così soprannominato, ha subito un arresto cardiocircolatorio nella sua casa di Tigre, in Argentina, dove stava trascorrendo la convalescenza dopo l’intervento chirurgico alla testa di qualche settimana fa.
Maradona ha iniziato la sua carriera nell’Argentinos Juniors nel 1970; nella stagione 1976/77 passa nel suo tanto amato Boca Juniors dove rimane fino al 1982 prima di approdare al Barcellona. La capitale catalana rimarrà la sua casa fino al giugno 1984. In quell’estate approda a Napoli dove diventa subito l’idolo della folla partenopea; qui vince un campionato, una Coppa Italia ed una coppa europea, la Coppa Uefa.
Facendo un parallelo con Previdi, i due non si sono mai incontrati visto che il direttore sportivo è stato chiamato alla corte napoletana quando Diego decide di fare ritorno in Spagna nel 1992, precisamente a Siviglia. El Diez rimane nella capitale andalusa solo per una stagione per poi tornare in Argentina nel 1993 firmando per i Newell’s Old Boys. Dal 1995 al 1997 chiude la carriera tornando dal suo grande amore il Boca.
Con la nazionale Argentina vince il mondiale nel 1986. Messico ’86 passa alla storia anche per le famose reti realizzate nei quarti di finale contro l’Inghilterra; la prima dopo un controverso episodio viene rinominata “La mano de Dios”, mentre il secondo ribattezzato “Il goal del secolo” in quanto scartò praticamente tutta la formazione inglese compreso il portiere. Nel 1989 arriva terzo nel massimo torneo sudamericano, la Copa America.
Il fenomeno intraprende anche la carriera da allenatore senza avere particolare successo, dal 2008 al 2010 diventa commissario tecnico del suo paese partecipando anche ai mondiali 2006 tenutosi in Germania.