Un altro pezzo di storia del calcio italiano ci lascia nel cuore della notte. A soli 64 anni ci saluta Paolo Rossi campione del mondo nel 1982. Con Spagna ’82 Paolo passò alla storia per aver segnato contro Polonia, Brasile e Germania mandandoli al tappeto e laureandosi capocannoniere del torneo. Nello stesso anno vinse anche il Pallone d’Oro, terzo italiano ad aggiudicarselo.
Originario di Prato, all’età di 16 emigrò a Torino per giocare nelle giovanili della Juventus fino al 1972. Nel 1975 passò al Como dove collezionò solo 6 presenze; la carriera di Pablito proseguì nelle Lanerossi Vicenza e nella stagione 1976/77 divenne capocannoniere della Serie B con 21 reti. L’anno successivo, sempre con i biancorossi, disputò un buonissimo campionato nella serie maggiore tanto da convincere il ct Berazot a convocarlo per i Mondiali in Argentina nel 1978.
Dopo i mondiali, nell’estate di quell’anno, fu protagonista di un clamoroso affare di mercato tra il Vicenza e la Juventus; alle buste la squadra vicentina si aggiudicò l’attaccante di Prato. L’annata 1978/79 fu abbastanza infelice, Rossi subì un nuovo infortunio e i suoi 15 goal non bastarono a salvare la società di Fraina dalla retrocessione. L’anno seguente approdò a Perugia, rimanendo in Serie A e realizzando 13 marcature in 28 gare. Sempre nel 1980 Rossi venne squalificato dalla CAF per due anni per calcio scommesse, non potendo così partecipare agli europei.
Dopo la squalifica la Juventus fu l’unica a credere nelle sue potenzialità, con i bianconeri Pablito vinse 2 campionati, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa dei Campioni e 1 Supercoppa UEFA. Dopo i grandi successi di Torino il campione del mondo chiuse la carriera prima al Milan, poi al Verona.