Negli ultimi anni il calcio femminile ha avuto un enorme sviluppo in Italia ma rispetto al resto d’Europa è ancora poco seguito. Grazie alle ultime riforme, il calcio femminile italiano sta cercando di ritagliarsi la spazio che merita. Ma quando è nato il movimento calcistico femminile in Italia? Ripercorriamo la fasi più importanti cecando di capirne anche la struttura organizzativa.
Nel 1933 in via Stoppani, 12 a Milano nacque il gruppo femminile calcistico, il primo club femminile italiano. Successivamente nel 1968 venne istituita la Federazione Italiana Calcio Femminile e vent’anni dopo, nel 1986, si diede vita al primo campionato di calcio che rientrò nella sfera gestionale della LND; insieme al torneo nacquero 5 categorie: Serie A, Serie B, Serie C, Eccellenza e Promozione.
Nella stagione 2018-19 i campionati di Serie A e Serie B passarono sotto la gestione della FIGC e due stagioni più tardi la Serie A adottò un nuovo format diventando a carattere professionistico; questo cambiamento fu epocale per le giocatrici in quanto vennero riconosciute come lavoratrici subordinate a tutti gli effetti.
Nell’anno incorso la FIGC ha riorganizzato la divisione femminile: la Serie A, predispone il campionato di A a 10 squadre la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana e il campionato di Primavera 1. La Serie B gestisce il campionato cadetto a 16 squadre e il campionato di Primavera 2. Entrambe la divisioni sono sotto la giurisdizione della FIGC ma le calciatrici di B sono riconosciute ancora come dilettanti ed anche campionati dalla Serie C fino alla Promozione sono di competenza della LND. Il torneo di C prevede 3 gironi (A, B e C) da 16 squadre per un totale di 48 club partecipanti. I comitati regionali di Eccellenza prevedono 21 gironi regionali con 186 squadre iscritte; mentre i comitati regionali di Promozione sono articolati in 3 giorni regionali con 32 team totali.