Sia per chi proviene da nord che da sud, uscire dall’autostrada a Modena Nord, prendere la tangenziale in direzione Sassuolo, avanti per circa 18 km e sarete a Sassuolo.
Sassuolo è al centro del territorio dove si svolge il torneo, tramite la strada pedemontana potrete in 15 minuti raggiungere tutti i comuni, Maranello, Fiorano Modenese, Castelvetro, Castellarano e Casalgrande.
COSA VEDERE
Da visitare
Modena
E’ la città ideale: sa farsi ammirare per i tesori architettonici, patrimonio UNESCO, sa accogliere grazie alla cucina e alla vita culturale, sa affascinare per quel misto di innovazione e tradizione che la caratterizza. Il visitatore può farsi coccolare a tavola dal gusto dell’aceto balsamico tradizionale accompagnato dalle tipicità, può passeggiare per le raccolte vie del centro o in Piazza Grande; può restare assorto di fronte alla mistica bellezza del Duomo o affascinato dai prodotti moderni dell’ingegno modenese come le automobili Ferrari, Maserati, Pagani, Stanguellini.
Piacevole in ogni stagione, Modena offre al turista straordinarie bellezze, tutte concentrate nel suo aggraziato centro storico, che raccontano i fasti di una città per lungo tempo capitale di un ducato, quello dei Signori d’Este, che qui risiedettero dal 1598. L’Unesco ha riconosciuto il valore universale dei suoi tesori dichiarando Il Duomo, Piazza Grande e la Torre Ghirlandina Patrimonio Mondiale dell’Umanità
Piazza Grande è il cuore della vita modenese e il luogo in cui sono riuniti i monumenti più significativi e più amati. Il Duomo, opera del grande architetto Lanfranco e del maestro scultore Wiligelmo, uno dei massimi capolavori del Romanico europeo. Il Palazzo Comunale, la cui costruzione ha conosciuto diverse fasi a partire dal Medioevo. E a poca distanza dalla Ghirlandina, il seicentesco Palazzo Ducale, opera di Bartolomeo Avanzini, oggi sede della prestigiosa Accademia Militare.
Risalendo lungo via Emilia, la grande arteria romana che attraversa la città, si arriva in Piazza Sant’Agostino sulla quale si affacciano l’omonima Chiesa, che conserva lo splendido “Compianto del Cristo morto” del Begarelli, scultore modenese del 1500, e il Palazzo dei Musei, sede di numerosi istituti culturali tra cui il Museo Civico d’Arte e quello Archeologico – Etnologico; la Galleria Estense, importante collezione che testimonia l’interesse della Signoria per le più diverse arti e la Biblioteca Estense, con i preziosi codici miniati dal XIV al XVI secolo. La Galleria è attualmente chiusa per restauri a seguito del sisma del 2012.
Ad arricchire la città concorre il bellissimo MEF-Museo Casa Enzo Ferrari. Inaugurato nel marzo 2012, dopo un accurato restauro, il complesso museale dedicato a Enzo Ferrari e all’automobilismo sportivo ospita la Casa Natale e la nuova galleria espositiva. L’allestimento multimediale nel corpo abitativo narra attraverso immagini, filmati inediti e preziosi cimeli un secolo di vita e di storia. Nella galleria espositiva, mostre temporanee rappresentano le vicende, gli attori e le competizioni dell’automobilismo modenese.
Nella prestigiosa sede del Palazzo Santa Margherita, è ospitato inoltre il Museo della Figurina; nato dalla appassionata opera collezionistica di Giuseppe Panini, la raccolta riunisce accanto alle figurine propriamente dette, materiali affini per tecnica e funzione.
Maranello
Completamente rinnovato e ampliato, il Museo Ferrari di Maranello anticipa quelli che saranno i musei del futuro: non il polveroso racconto del passato, ma una straordinaria esperienza nel mondo Ferrari, dove le macchine storiche e la storia sono la premessa per capire e conoscere i modelli di oggi, i contenuti e le tecnologie della Formula 1 e l’orientamento verso il futuro.
Questa esperienza è composta, oltre che da vetture, da grandi schermi e filmati, da opportunità interattive come la scoperta di come funziona il muretto dei Gran Premi e dalla possibilità di trasformarsi in pilota di Formula 1 a bordo di simulatori semi professionali. Infine da una ricca offerta di pubblicazioni e materiali del presente e del passato della storia della Marca.
Il Museo è aperto tutti i giorni dell’anno meno Natale e Capodanno, ha anche un’accogliente Caffetteria dove si possono gustare i sapori del Territorio tanto amati da Enzo Ferrari.
Insieme alla parte dedicata all’esposizione permanente, grandi aree espositive propongono periodicamente nuove e importanti mostre dedicate a temi di attualità o a grandi momenti della storia Ferrari. Un’esperienza vera, un’esperienza da non perdere come dimostra l’altissimo indice di soddisfazione rilevato dagli oltre 320,000 visitatori che ogni anno varcano l’ingresso del Museo ufficiale Ferrari di Maranello
Sassuolo
Il Palazzo Ducale di Sassuolo fu trasformato da castello in magnifica Delizia, luogo ufficiale di villeggiatura e svaghi, a partire dal 1634 dall’architetto ducale Bartolomeo Avanzino, per volontà del duca Francesco I d’Este, colui che riportò agli antichi fasti il casato dopo la perdita di Ferrara nel 1598. La reggia che rappresenta un vero gioiello della cultura barocca dell’Italia settentrionale fu sontuosamente affrescata e decorata dal francese Jean Boulanger, pittore ufficiale della corte estense cui si affiancarono alcuni tra i maggiori pittori quadraturisti bolognesi come Angelo Michele Colonna e Agostino Militelli e un gran numero di abili decoratori e plasticatori, tra i quali Luca Colombi e Lattanzio Maschio, oltre a scenografi di fama come Gaspare Vigarani.
Il recupero del Palazzo fino ad oggi raggiunto, frutto di un intenso lavoro di restauro e di allestimento museale, consente un utilizzo pieno dell’area decorata del piano nobile, stupefacente per le pitture e per le decorazioni plastiche. Al piano nobile si accede dallo Scalone d’Onore ed è possibile visitare 28 ambienti destinati ai membri della famiglia regnante a Modena: la Galleria di Bacco, l’appartamento del Duca, il Salone delle Guardie, l’Appartamento Stuccato, l’appartamento della Duchessa e, in parte, l’appartamento d’Orlando. Gli ultimi restauri hanno permesso di ritrovare le testimonianze sorprendenti del grande palazzo castellano, prima della trasformazione barocca, che fu di Borso e di Ercole I d’Este e poi, nel corso del cinquecento, della famiglia dei Pio di Savoia. In particolare, al piano terra, la Camera della Cancelleria, con le pitture di Domenico Carnevali e l’Appartamento dei Giganti con i cassettoni lignei con gli emblemi estensi e le cinquecentesche pitture con scudi araldici oltre alle decorazioni del sec. XVII di Sebastiano Sansoni e di Francesco Mattei. Grazie ai continui finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e alla collaborazione con l’Accademia Militare di Modena (che ha in custodia il prestigioso complesso), il Comune di Sassuolo e l’attività del Comitato per i restauri e la valorizzazione, è stato possibile il recupero dell’intera area decorata degli Appartamenti Ducali, della facciata orientale, della Peschiera, della chiesa di San Francesco e della piazza esterna. Il Palazzo è stato inaugurato nel 1998 con la mostra “Disegni da una grande collezione – Antiche raccolte Estensi dal Louvre e dalla Galleria di Modena”, seguita nel 1999 da “Un castello si svela – Alla scoperta del castello dei Pio” e, nel 2000, dall’esposizione “Le ceramiche dei Duchi d’Este”.
Castelvetro
A Castelvetro è possibile visitare diverse attrazioni turistiche: il paese è ricco di monumenti di grande importanza storica e artistica. Il Castello costruito nell’Alto medioevo domina tutta la città. Nel centro storico del paese troviamo Piazza Roma sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale, le Torri dell’Orologio e delle Prigioni e il Palazzo Rainaldi.
Tra le chiese principali ci sono la vecchia Chiesa Parrocchiale dei SS. Senesio e Teopompo, e la chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Martiri Senesio e Teopompo.
Castelvetro di Modena offre al turista varie manifestazioni, tra cui “Il Mercato dell’Assurdo” (maggio, anni pari), la Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro (settembre), “Il Cinquecento e le sue Suggestioni” (anni pari Corteo Storico e Dama Vivente, anni dispari Festa a Castello) ma anche la gastronomia e i prodotti tipici quali il Lambrusco Grasparossa, il nocino, il miele, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Parmigiano Reggiano.
Fiorano Modenese
Ad ogni stagione Fiorano offre piacevoli proposte, legate a cultura, arte, tradizione ed enogastronomia: la cittadina infatti svela i suoi tesori in tutti i mesi dell’anno.
Il Santuario della Beata Vergine del Castello, basilica minore e pregevole esempio di edificio religioso in stile barocco, si erge al centro del paese, nel luogo in cui sorgeva un antico castello, dalla cui distruzione si salvò l’affresco della Madonna che dà il nome al Santuario. Fu edificato a partire dal 1634 per custodire l’immagine sacra dopo che, per intercessione della stessa, Fiorano era scampato alla terribile pestilenza del 1630.
A pochi chilometri, immerso nel verde si trova il Castello di Spezzano, appartenuto prima ai Pio, poi, dopo una breve fase di dominio diretto degli Este, alla famiglia Coccapani, che lo tramandò in via ereditaria fino a quando fu ceduto al Comune nel 1982.
Il castello presenta cinquecenteschi affreschi, cicli pittorici, soffitti a cassettoni ed ospita il Museo della Ceramica, che documenta la storia della produzione nel territorio dalla preistoria ai giorni nostri. Custodisce inoltre l’Acetaia Comunale, ospitata nei piani superiori della torre Pentagonale, con i suoi profumi inebrianti di aceto balsamico tradizionale che sprigionano dalle botti.
In una cappella della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, a Spezzano si erge anche la tomba del patriota risorgimentale Ciro Menotti.
Il visitatore non potrà mancare una escursione alla Riserva Naturale delle Salse di Nirano caratterizzata dalla presenza del fenomeno geologico delle salse eruttive, costituito dalla risalita dal sottosuolo di fango argilloso freddo misto ad idrocarburi, che seccandosi edifica coni dall’aspetto vulcanico alti alcuni metri.
CASTELLARANO
L’insediamento di Castellarano è di origini preistoriche anche se l’abitato (citato anticamente come Castello Oleriano, per via degli ulivi che in parte si conservano ancora) dovrebbe risalire al periodo romano. Nel 1039 la chiesa di Parma, a cui Castellarano apparteneva, lo cede al Marchese Bonifacio Canossa. Matilde, erede dei possessi paterni, pare abbia commissionato la costruzione della rocca, poi profondamente trasformata nei secoli. Oggi Castellarano è un bellissimo borgo castellano con un centro storico medioevale ottimamente conservato. Alla base del colle si trova la Rocchetta, di proprietà comunale, da cui si entra nel borgo fortificato. Dalla Rocchetta parte un cerchio di mura che cinge la collina. Una suggestiva via acciottolata con sassi del fiume percorre l’antico paese e porta all’Aia del Mandorlo che si trova di fronte al Castello (privato), e alla Torre dell’Orologio, un’antica torre di vedetta destinata a sorvegliare il Secchia, fiume un tempo navigabile. Di fronte al castello è situata la parrocchiale di Santa Maria Assunta, basilica di origine romanica nella cui cripta sono custoditi caratteristici capitelli e una lunetta
CASALGRANDE
Sembra che il castello debba le sue origini ai Guidelli, che ne risultano signori nel XIII secolo. Nel 1335 è in possesso dei Fogliani e, nel 1409, di Nicolò III d’Este. Viene quindi donato ad Alberto della Sale investendone del titolo e feudo nel 1422; successivamente passò a Feltrino Boiardo. Nel 1577 il castello è espugnato dalgi Spagnoli (1). Ricostruito da Ottavio Thiene, seguirà poi le sorti di Scandiano. Nel 1782 la Camera Ducale vende la Rocca a Giovanni Grulli, il quale poi cedette metà dell’acquisto a Taddeo Croci a cui toccò anche il fabbricato (2). Attualmente è di proprietà privata. Il castello evidenzia in particolare un possente torrione d’ingresso con feritoie per il ponte levatoio e piombatoi. Nel centro è murato uno stemma corroso. Dal Torrione si accede all’ampio cortile con il pozzo. La struttura è costituita da due torri, con piombatoi, collegate da un corpo centrale. Nel 2003 è stato oggetto di un importante restauro curato dagli architetti Walter Baricchi e Paolo Soragni destinandolo a spazi per pubbliche istituzioni e iniziative. All’esterno, lungo l’antico sentiero di accesso al borgo sottostante, si trova l’oratorio di San Sebastiano costruito nel 1479 (3), restaurato alla fine del ‘900. Presenta un semplice impianto con fronte a capanna e coperto da due falde impostate su una cornice di gronda in laterizio a dente di sega. L’interno a travature lignee a vista, conserva una interessante ancona con putti.